giovedì 6 novembre 2014

Approvato alla camera il decreto Sblocca Italia: ecco le novità

Via libera della Camera al disegno di legge di conversione del decreto legge sblocca Italia (D.L. 133/2014), recante misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e la ripresa delle attività produttive.

Il testo, che passa quindi all'esame del Senato, ha subìto alcune modifiche nel processo di conversione; di seguito riportiamo le principali misure in materia di edilizia, di ambiente, di infrastrutture ed energia.

Misure in materia di edilizia
  • introdotto uno schema di regolamento edilizio-tipo adottato da Governo, Regioni ed autonomie locali in Conferenza Unificata che andrà a sostituire gli oltre 8.000 Regolamenti comunali oggi vigenti, al fine di semplificare ed uniformare le norme e gli adempimenti
  • confermata la possibilità di utilizzare la Comunicazione di Inizio Lavori (CIL) per la realizzazione degli interventi di frazionamento o accorpamento di unità immobiliari, anziché la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA). Sono esclusi gli interventi di carattere strutturale e la multa per la mancata presentazione della CIL sale da 258 a 1.000 euro
  • confermata la possibilità di richiedere il permesso di costruire in deroga anche alle destinazioni d'uso per gli interventi di ristrutturazione edilizia e di ristrutturazione urbanistica, attuati anche in aree industriali dismesse, a condizione che una Delibera del Consiglio comunale attesti l'interesse pubblico dell'intervento
  • confermata la nuova disciplina finalizzata a stabilire quali mutamenti della destinazione d'uso siano urbanisticamente rilevanti
  • introdotte sanzioni pecuniarie in caso di inottemperanza accertata all'ingiunzione di demolizione degli interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire, in totale difformità o con variazioni essenziali, i cui proventi sono destinati alla demolizione e alla rimessione in pristino delle opere abusive
  • soppresso l'emendamento che prevedeva l'Iva al 4% per chi usufruisce dei bonus per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica
  • confermata la deduzione del 20% dal reddito a favore di chi acquista o ristruttura dal primo gennaio 2014 al 31 dicembre 2017 un alloggio a destinazione residenziale di nuova costruzione, a condizione che l'immobile sia destinato alla locazione con un canone concordato per una durata minima di 8 anni
Misure in materia di infrastrutture
  • obbligo di banda larga per gli edifici di nuova costruzione o in caso di ristrutturazione importante a partire dal primo luglio prossimo. È prevista, inoltre, la concessione di un credito d'imposta IRES e IRAP, entro il limite massimo del 50% dell'investimento, fino al 31 dicembre 2015, per la realizzazione di interventi infrastrutturali
  • nuovi finanziamenti al Fondo Sblocca Cantieri
  • previsto il completamento delle opere incompiute, tra cui non ci saranno solo quelle segnalate dai sindaci la scorsa estate ma anche quelle segnalate dalle Regioni ed inserite nell'anagrafe del Ministero delle Infrastrutture
Misure in materia di energia
  • la riduzione annua degli incentivi definita dallo spalma incentivi, per gli impianti fotovoltaici di grossa taglia (oltre i 200 KW) non si applica agli enti locali e alle scuole
  • previste nuove modalità di accesso al Conto Termico: alla quota del Conto Termico riservata alla Pubblica Amministrazione potranno accedere anche i soggetti di edilizia popolare e le cooperative di abitanti

Misure in materia ambientale
  • previste semplificazioni per il riutilizzo delle terre e rocce da scavo, in particolare dei materiali estratti dai piccoli cantieri finalizzati alla realizzazione o alla manutenzione di reti e infrastrutture
Rimaniamo in attesa del voto finale del provvedimento e pubblicazione in Gazzetta.

mercoledì 5 novembre 2014

Lo Studio: Siamo più pessimisti, ci mancano i sogni L’Italia in fondo alla classifica di 142 Paesi. Spagnoli e francesi temono meno il futuro

Era l’ultima certezza: nonostante tutto siamo un popolo resiliente e tenace, capace di reagire alle difficoltà! Il timore è che non sia più così. Forse stiamo perdendo anche l’ottimismo. Il rapporto Prosperity Index 2014, appena pubblicato dal Legatum Institute, ogni anno mette a confronto 142 Paesi. Nell’indice di prosperità siamo scesi al 37° posto, perdendo cinque posizioni rispetto al 2013. L’Italia registra i picchi negativi alle domande «L’economia andrà meglio?» e «È un buon momento per trovare lavoro?»: siamo 134° su 142 Paesi. Siamo più pessimisti di spagnoli (132°), francesi (120°) e ucraini (107°). Uscendo dall’Europa, più di peruviani (36°) e thailandesi (quarti!). Le grandi masse cinesi e indiane (rispettivamente 54° e 67°) sono più ottimiste di noi. 
Sorprendente? Non tanto. L’ottimismo delle nazioni non è legato ai numeri, ma alle prospettive. Non ai fatti, ma alle percezioni e alle aspettative. Gli umani sono esseri sognatori e misurano la felicità sul progresso. È un grande sabato del villaggio globale: e in Italia stiamo perdendo il gusto del dopo. Kazaki (30°) e uruguayani (43°) non stanno meglio di noi, oggettivamente; ma sono convinti che oggi sia meglio di ieri e domani sarà meglio di oggi. Queste cose contano, nella vita delle persone, delle famiglie e delle nazioni.
I più grandi masticatori di futuro vivono negli Usa. Non dipende solo dall’economia e dall’occupazione (248.000 nuovi posti di lavoro in settembre). Vecchi residenti o nuovi arrivati, gli americani sono convinti di poter condizionare il proprio futuro. Gli Stati Uniti sono una nazione fondata sul trasloco, nuove residenze e nuove conoscenze. Ogni presidenza è una catarsi; ogni elezione un inizio; ogni lavoro una sfida. Il fallimento, che in Italia è un marchio d’infamia, negli Usa vuol dire: almeno ci ho provato. 
Non possiamo, né dobbiamo, scimmiottare l’America. Ma dobbiamo ammettere che il nostro realismo è diventato cinismo, e il cinismo ci sta conducendo al pessimismo. I continui, pessimi esempi pubblici - 5,7 miliardi l’anno il costo della corruzione, stimano Guardia di Finanza e Corte dei Conti - contribuiscono a questo umore. Altrove non accade. I Paesi che hanno una libertà di informazione simile alla nostra non hanno la nostra corruzione; e i Paesi che hanno la nostra corruzione non hanno la nostra libertà di informazione. Una consapevolezza scoraggiante, quella italiana.  
L’economia e l’occupazione influiscono sull’umore collettivo; e l’umore collettivo, lentamente, diventa narrativa nazionale. Quali Paesi possiedono oggi la capacità di vedere se stessi come protagonisti di una storia che va avanti? Dell’America, abbiamo detto. Cina e India, in competizione tra loro e col resto del mondo, hanno una visione epica di questo momento storico. In Europa è una tranquilla consapevolezza che accomuna Germania e Polonia, Irlanda e Regno Unito. Perfino la Russia ha un’idea di se stessa. Putin, in cerca di consenso, ha rispolverato i miti sovietici. In mancanza di meglio, molti connazionali gli hanno creduto. 
L’Italia ha saputo raccontarsi negli anni Sessanta, quando l’economia tirava e le famiglie sognavano (sì, anche grazie a un’automobile o a un elettrodomestico). A metà degli anni Ottanta, quando ha intravisto il sorpasso dell’Inghilterra. Nei primi anni Novanta, quando ha provato a battersi contro il malaffare. Negli anni Duemila, quando la maggioranza ha creduto al «contratto con gli italiani» di Silvio Berlusconi. Tre illusioni e tre delusioni, seguite da questi anni di crisi economica.  Facciamo fatica a sognare ancora.
(Scritto da Beppe Severgnini con la collaborazione di Stefania Chiale - Corriere.it)

mercoledì 30 aprile 2014

APE, Attestato di Prestazione Energetica. Il punto della situazione.

Recentemente in Italia, si è assistito a un continuo evolversi legislativo e normativo, che introducendo obblighi sempre più restrittivi in materia di efficienza energetica degli edifici ha di fatto informato e sensibilizzato gli operatori di settore su queste tematiche. 
Dal 2005, infatti dall’entrata in vigore del D.Lgs.192 ad oggi sono stati fatti molti sforzi per accrescere la consapevolezza culturale verso l’uso razionale delle risorse energetiche e la sostenibilità in edilizia, e l’APE doveva essere il più potente mezzo a disposizione. 
Eppure quella della certificazione energetica in Italia è una sfida persa.
 L’obbligo di allegare l’APE nei vari atti di trasferimento di un immobile è stato percepito dal cittadino più come un onere che come un’opportunità. 
L’APE poteva divenire uno strumento di informazione importante per rendere consapevole la scelta dell’acquirente di un immobile, uno strumento capace di orientare il mercato immobiliare verso costruzioni sempre più efficienti e verso la riqualificazione in chiave energetica del parco edilizio esistente; invece non lo è stato.  Colpa del Legislatore non competente in materia oppure delle solite Lobby che hanno ostacolato il percorso legislativo?
(Fonte: Edilio) 

lunedì 28 aprile 2014

Efficienza energetica: 100 mln di euro per le imprese

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Immagine decorativaIl Bando Efficienza Energetica del Ministero dello Sviluppo Economico  è rivolto alle imprese delle Regioni Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia). Finanzia programmi integrati d’investimento finalizzati alla riduzione ed alla razionalizzazione dell’uso dell’energia primaria utilizzata nei cicli di lavorazione e/o di erogazione dei servizi svolti all’interno di una unità produttiva esistente. Il bando è a valere sulle risorse del POI Energie rinnovabili e risparmio energetico2007/2013.

Programmi ammissibili

I programmi d'investimento finanziabili dal bando Efficienza energetica devono prevedere una riduzione nominale dei consumi di energia primaria.
Ciascun programma d’investimento deve essere realizzato all’interno di un’unità produttiva localizzata nei territori delle Regioni Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) ed avere un valore complessivo al netto dell’IVA:
  • non inferiore a euro 30.000,00 (trentamila)
  • non superiore a euro 3.000.000,00 (tre milioni).
Le tipologie di intervento che possono essere ammesse a finanziamento sono:
  • isolamento termico degli edifici al cui interno sono svolte le attività economiche (es. rivestimenti, pavimentazioni,
  •  infissi, isolanti, materiali per l'eco-edilizia, coibentazioni compatibili con i processi produttivi)
  • razionalizzazione, efficientamento e/o sostituzione dei sistemi di riscaldamento, condizionamento,
  •  alimentazione elettrica ed illuminazione, anche se impiegati nei cicli di lavorazione funzionali alla
  •  riduzione dei consumi energetici (es. building automation, motori a basso consumo, rifasamento
  •  elettrico dei motori, installazione di inverter, sistemi per la gestione ed il monitoraggio dei consumi energetici)
  • installazione di impianti ed attrezzature funzionali al contenimento dei consumi energetici nei cicli 
  • di lavorazione e/o di erogazione dei servizi
  • installazione, per sola finalità di autoconsumo, di impianti per la produzione e la distribuzione 
  • dell'energia termica ed elettrica all'interno dell'unità produttiva oggetto del programma d'investimento.
Le tipologie di intervento non ammissibili sono:
  • programmi costituiti da investimenti di mera sostituzione di impianti, macchinari e attrezzature;
  • programmi realizzati, in tutto o in parte, con la modalità del "contratto chiavi in mano" o della locazione finanziaria.
 Spese ammissibili:
  • Opere murarie (max 40% dell’investimento complessivo ammesso)
  • Acquisto ed installazione di impianti, macchinari ed attrezzature (nuovi)
  • Acquisto di prodotti software funzionali al monitoraggio dei consumi energetici (per le grandi imprese
  •  ammesso solo il 50% della spesa sostenuta)
  • (Solo per le PMI) - Servizi di consulenza funzionali alla definizione di diagnosi energetiche e/o
  •  alla progettazione esecutiva, alla direzione dei lavori, al collaudo degli interventi darealizzare
  •  ed ai relativi oneri di sicurezza, nonché alla progettazione ed implementazione di sistemi di gestione                              energetica (fonte: MISE)
Maggiori info contatta Longo&Partners: info@longopartners.it M. +39 347 79 27 222