sabato 14 febbraio 2015

Italia indietro nella classifica mondiale delle Smart City

In Italia è ancora lunghissima la strada da fare nel campo delle smart city. L’Arcadis Sustainable Cities Index ha stilato la classifica dei 50 luoghi più vivibili e la prima e unica metropoli del Belpaese è Roma, ferma al 24° posto. La smart city ideale in cui vivere, invece, è Francoforte grazie al suo sistema di trasporti, alla qualità dell’acqua, alle strutture istituzionali e sociali e all’ambiente adatto allo sviluppo futuro. Subito dopo ecco Londra, Hong Kong e, ai piedi del podio, Amsterdam.
Lo scopo di Arcadis era quello di giudicare il grado di capacità delle città analizzate nel soddisfare le esigenze dei cittadini senza compromettere la qualità di vita delle generazioni future. Sono tre le sottocategorie in base alle quali è stata stilata la classifica: Persone, Pianeta e Profitto. Delle cinquanta città, 28 sono equamente suddivide tra Unione Europea e Asia, dieci sono nordamericane, cinque del Medio Oriente, altrettante centro-sudamericane e due africane.
Il sottoindice relativo alle Persone ha preso in considerazione i trasporti, le infrastrutture, le strutture scolastiche, gli spazi verdi nella città, le condizioni dei lavoratori e le diseguaglianze di reddito. La categoria Pianeta, invece, ha quantificato i consumi energetici, l’utilizzo delle rinnovabili, il sistema di smaltimento dei rifiuti, la percentuale di rischio di catastrofi naturali, la purezza delle acque e l’inquinamento dell’aria. L’indice Profitto, infine, ha analizzato le performance delle smart city dal punto di vista economico. I fattori considerati sono stati il costo della vita, il reddito pro capite, la gestione delle risorse finanziarie per le istituzioni, i trasporti e i servizi.
Francoforte si stata giudicata la migliore grazie alle eccellenti prestazioni energetiche: già da 25 anni, infatti, riduce le emissioni di CO2 nell’atmosfera e nel 2050 prevede di essere completamente alimentata dalle rinnovabili. La città aveva già vinto il premio ‘European City of Trees’ pochi mesi fa grazie alla sua foresta urbana di 8 mila ettari, la più grande della Germania e occupante un terzo della città. L’unica categoria in cui non ha raggiunto la vetta è stata quella dedicata alle Persone, dove la migliore è risultata Rotterdam. Per quanto riguarda Roma, invece, si è piazzata 32ˆ per la qualità di vita degli abitanti, 8ˆ per l’impatto ambientale sul pianeta e 35ˆ per lo sviluppo economico.

mercoledì 11 febbraio 2015

Dieci buone regole per fare la PA digitale

Se vuole cambiare passo, la PA italiana deve attingere al meglio della sua legislazione degli ultimi 25 anni e delle esperienze sul campo realizzate dalle sue strutture, locali e centrali. E’ questa la filosofia alla base del “decalogo” proposto da Marco Barbieri e Sergio Talamo. Il decalogo è contenuto nel libro "Lo Stato aperto al pubblico - Trasparenza, ora o mai più: la Riforma della PA alla prova del cittadino", con prefazione di Michele Ainis. Punto di riferimento, oltre alle migliori pagine della legislazione degli ultimi 25 anni – da Bassanini a Cassese fino a Brunetta – sono le recenti dichiarazioni di intenti dell’attuale Ministro della PA Marianna Madia: “Vogliamo un’amministrazione semplice, più ordinata, organizzata secondo il criterio del risultato … Le leggi che non arrivano al cittadino non riformano il Paese".
Ecco il decalogo in sintesi di Bianca Alberti (Formez):
1. La trasparenza è comunicazione. Il ruolo del comunicatore pubblico va rilanciato come figura di raccordo delle politiche di trasparenza dell'amministrazione.
2. La trasparenza è accountability. L'obiettivo non è la documentazione in sè, ma la possibilità di verificare - rendicontandola - quanta spesa sia stata finalizzata alle esigenze dei cittadini.
3. La trasparenza non è solo premessa per l'Anticorruzione. La patologia della corruzione va contrastata in ogni modo, ma la trasparenza non può essere solo uno strumento per la lotta alla corruzione.
4. La trasparenza è partecipazione. Negli Stati Uniti la direttiva in vigore sull'Open Government lega indissolubilmente trasparenza, partecipazione e collaborazione.
5. Urp: una vecchia parola, nuove funzioni. Il vecchio ufficio relazioni con il pubblico deve diventare il motore della riforma amministrativa. Dopo oltre 20 anni è possibile ripensarne la funzione in termini concreti.
6. Cittadini e PA, un unico standard di servizio. Deve essere adottato uno standard di di servizio nelle prestazioni comunicative rese agli utenti, basato sui criteri di ascolto, personalizzazione e presa in carico.
7. Cittadini e PA: ascolto e soddisfazione. Devono essere adottati strumenti condivisi di customer satisfaction, anche a costo zero.
8. Cittadini e PA: la nuova relazione nasce dalla semplificazione. La semplicità è la condizione necessaria per la crescita economica, a cominciare dall'attrazione degli investimenti nel nostro paese, che sono frenati dalla macchina burocratica.
9. La nuova programmazione unificata per misurare la PA. Le iniziative della PA (anticorruzione, trasparenza, comunicazione) devono convergere in un piano generale della performance.
10. Dalla rete agli open data. La tecnologia è al servizio della buona amministrazione, e quindi è al servizio della trasparenza. Ma non può sostituirla; non può, da sola, realizzarla. La digitalizzazione dei servizi, l’informatizzazione delle diverse PA, per rendere la PA un unico fronte di interlocuzione con il cittadino, sono obiettivi irrinunciabili. Ma non la condizione della trasparenza. È vero il contrario. Non si deve alimentare il mito del “sito perfetto”, non si può invocare la panacea della Rete nemmeno per raggiungere l’obiettivo spesso evocato della partecipazione. Gli open data sono una condizione per collaborare e partecipare al progetto di open gov; sono uno strumento, non l’obiettivo. Sono necessari per assicurare quello Stato aperto al pubblico su cui contare.
Ing. Aurelio Longo 
@AurelioLongo

sabato 7 febbraio 2015

Big data: A Cesena il progetto ‘Smart City

Ogni giorno le nostre città sono attraversate da migliaia di persone, dalle periferie al centro e viceversa. Conoscere il numero di quanti si muovono sul territorio urbano, con quali mezzi, per quali percorsi principalmente e in quali orari maggiormente, sono informazioni basilari per la gestione efficiente del territorio e l’offerta di nuovi servizi.  
La settimana scorsa a Cesena è stato presentato il progetto “Smart City – Il conta persone”, sviluppato da Olidata e destinato proprio al conteggio delle presenze in città, di chi entra e esce dal centro storico. Una soluzione tecnologica che raccoglie ed elabora big data, dati preziosi per l’amministrazione comunale romagnola, utili per sviluppare applicazioni e servizi di nuova generazione, sia lato PA Digitale, sia commerciale, per facilitare l’attività di marketing delle aziende che lavorano a Cesena, e per la riqualificazione del centro città, con la gestione della mobilità, deiparcheggi e della pubblica sicurezza.
Nello specifico, la tecnologia presentata serve a “raccogliere i dati di afflusso al centro storico di Cesena e creare una base dati a supporto delle decisioni strategiche dell’amministrazione”. L’utilizzo della piattaforma smart city permette di: “Pianificare gli eventi cittadini in maniera trasparente ed efficiente, a partire dalla misurazione del gradimento delle iniziative quasi in tempo reale, supportando le decisioni delle Forze dell’Ordine quando necessario, monitorando e pianificando i servizi di mobilità cittadina e analizzando i dati a fini di marketing e per la Pubblica Amministrazione digitale”.
Una prima fase sperimentale del progetto si è avuta nell’ultima settimana di gennaio, con la raccolta dati sull’affluenza delle persone in ingresso e uscita dal centro storico di Cesena. I risultati sono stati presentati direttamente dal dg Colombo, durante l’incontro pubblico ‘A due passi dal futuro’ organizzato dal Comune di Cesena presso la Biblioteca Malatestiana, relativi al monitoraggio di via Carbonari (24 – 29 gennaio) per un totale di 17 mila accessi (6500 nel solo fine settimana). Questo ha permesso di mostrare come nei giorni feriali gli ingressi siano numerosi ed in particolare durante specifici eventi (che può essere il semplice mercato settimanale). 
Complessivamente, sono state presentate diverse idee per la smart city, tra cui: Piazza della Libertà chiusa alle auto, più spazi dedicati a bambini e famiglie, una programmazione articolata e coerente di iniziative di svago intelligente allargata a tutto il centro storico.